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"C'è un piano europeo per estendere gli screening anche al tumore della prostata, del polmone e dello stomaco. Noi ci stiamo lavorando, abbiamo aderito alle richieste che ci vengono dall'Europa e abbiamo una comunità scientifica urologica di primo livello”. Lo ha detto recentemente il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenendo al congresso della Società italiana di urologia (Siu). “Come medico - continua - anche girando il mondo, mi ha sempre colpito che in altri Paesi, come gli Stati Uniti d'America, ci sia una grande attenzione al tumore alla prostata da anni. Negli altri Paesi c'la stessa attenzione di quella per il cancro alla mammella. Dobbiamo far capire quanto sia importante anche la prevenzione del cancro alla prostata".

Il ministro ha invitato a "un cambio di rotta e un cambio di marcia" per "guardare alla salute come un investimento e non come una spesa". Investire in salute "è importante - ha sottolineato - per un duplice motivo. Il primo, da cittadino, da medico e ministro della Salute mi auguro che i cittadini italiani, oltre a vivere di più, vivano bene. L'altro perché è impensabile, in futuro, soprattutto con il trend di invecchiamento che abbiamo, pensare che sia sostenibile un Servizio sanitario nazionale se non facciamo prevenzione. Questo è un problema culturale. Ci stiamo impegnando molto - ha evidenziato - per portare il messaggio della prevenzione nelle scuole. Credo che sin dalle scuole elementari i ragazzi e le ragazze devono essere educati a quanto siano importanti gli stili di vita, le corrette abitudini alimentari e la prevenzione".

Gli screening in campo oncologico, ha ricordato Schillaci, "sono tre: cancro della mammella, del colon retto e del collo dell'utero. Sono offerti gratuitamente dal Ssn. C'è stato un grande rallentamento durante il Covid. L’adesione è aumentata l'anno scorso, ma è ancora scarsa, è insufficiente con, purtroppo, differenze tra Nord e Sud: le stesse differenze che purtroppo vediamo anche nell'erogazione dei servizi ai cittadini. Dobbiamo spiegare ai cittadini quanto sia importante la prevenzione, scoprire le malattie prima che diventino gravi. Scoprire una malattia in fase iniziale" significa che "può essere curata e permette al Ssn di restare il fiore all'occhiello della nazione, con un servizio universalistico che assicura a tutti l'accesso, indipendentemente da dove uno vive e quanto guadagna".

A chi definisce il Ssn "al tracollo" e sottofinanziato, il ministro risponde che "è un sistema 'ingolfato', ma con una grande ricchezza: la qualità degli operatori sanitari che, tra mille difficoltà, specie di tipo organizzativo, sono negli ospedali e negli ambulatori a servizio dei cittadini. Se uno guarda alla Nadef (Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza) di quest'anno, per la sanità è migliore di quella del Governo precedente. Vengo dal mondo di dati oggettivi. Se uno guarda in maniera scientifica e asettica i dati della Nadef, rispetto a quella del Governo precedente, si vede un trend di crescita. È cambiato il Governo e se qualcuno vuol dire che ci sono tagli sulla sanità, fa parte del gioco, anche se mi dispiace".

Sempre sulla questione dei finanziamenti in sanità, ha proseguito Schillaci, "ci vogliono i fondi per la sanità, ma dobbiamo chiederci come impiegare questi fondi. Quest'anno abbiamo distribuito quasi 134 miliardi di euro, che non sono pochi. C'è stato un trend di crescita nel 2023 rispetto a quanto previsto in precedenza di quasi 4 miliardi e 400 milioni. Non vogliamo tagliare sulla sanità - ha ribadito - ma investire e rendere però i percorsi in sanità più razionali".

Anche sulle liste d'attesa "serve un cambio di passo. Abbiamo bisogno, come ho ripetuto alle Regioni - ha osservato il ministro - della leale e assoluta partecipazione delle Regioni perché la salute è di tutti, non è del ministero o delle Regioni: la salute è dei cittadini, un bene da difendere come ha ricordato il presidente della Repubblica. Ma bisogna darsi delle regole. La prima è che tutti devono mettere in un'unica agenda regionale le prestazioni che possono offrire. Questo lo deve fare il pubblico, ma anche il privato convenzionato che, di fatto, fa parte del sistema pubblico. Significa far capire ai cittadini - conclude - quanti sono i giorni per l'erogazione di ciascuna prestazione".

12/10/2023

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