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I numeri della sanità italiana, a 45 anni dalla nascita del Servizio sanitario nazionale, descrivono una situazione difficile con circa 3 milioni di cittadini che devono rinunciare alle cure, stretti tra liste di attesa infinite e un'offerta privata che non possono permettersi. "Ma la difesa della sanità pubblica resta salda nel nostro Paese, dove 9 italiani su 10 vorrebbero che il Governo mettesse al primo posto o tra le principali priorità proprio la sanità". Lo ha ricordato il presidente della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, al convegno organizzato dalla Federazione per i 45 anni del Ssn.

"Molte cose sono cambiate - ha detto Anelli, sintetizzando i rapporti presentati al convegno sullo stato del Ssn - da quel lontano 1978. Sono tornate ad affacciarsi le mutue o, meglio, le assicurazioni: il 17% della popolazione ne ha sottoscritta una. Il 21% degli italiani risparmia denaro per poter effettuare prestazioni sanitarie, un italiano su 4 (23%) invece - drammaticamente - non riesce a risparmiare denaro per far fronte alle spese sanitarie. Oltre 3 milioni di cittadini (7%) rinunciano a curarsi. E le disuguaglianze in sanità tornano ad avere numeri importanti". Ciononostante, ha rimarcato Anelli, "la quasi totalità degli italiani, il 90%, vorrebbe che il Governo mettesse proprio la sanità al primo posto o tra le principali priorità. Una sanità che per il 76% dei nostri concittadini dovrebbe essere pubblica, o più pubblica che privata".

E se i cittadini chiedono un Ssn più forte "i medici dal canto loro (90%) - continua Anelli - vorrebbero una sanità governata dalle competenze professionali per il raggiungimento degli obiettivi di salute e non soltanto da esigenze economico-contabili. Vorrebbero un ruolo strategico e importante nelle decisioni per il settore. Chiedono maggiori investimenti (il 78% ritengono inadeguati), consapevoli che il Ssn è un motore di sviluppo economico e sociale. Una professione oggi ancora fortemente attrattiva per i giovani. Il 57% dei giovani tra i 15 e i 24 anni ha preso in considerazione la possibilità di potersi formare per essere un professionista sanitario".

"Per noi medici - prosegue il leader Fnomceo - il servizio sanitario nazionale interpreta in maniera ottimale il nostro esser medici in quanto considera tutte le persone uguali davanti alla salute, consente di erogare le stesse prestazione ad ogni individuo grazie alla solidarietà di tutti gli italiani. Il nostro impegno come medici non è mai venuto meno anche nei momenti più difficili come nella pandemia. Oggi confermiamo quell’impegno, consapevoli che i risultati straordinari in tema di performance ottenuti dal nostro Ssn, nonostante le difficoltà economiche e organizzative, sono in larga parte il frutto dell’impegno generoso, della passione e della dedizione", conclude Anelli.

27/10/2023

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