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Una rivoluzione persa, mancata: è quella dei vaccini per le allergie in Italia. La denuncia arriva dagli allergologici. Nonostante le linee guida internazionali raccomandino l’immunoterapia allergene specifica (Its) come la migliore terapia in grado di cambiare il decorso naturale delle allergie respiratorie e di quelle alle punture d’insetto, e 6 milioni di italiani allergici, pari alla metà dei pazienti, siano candidabili all’uso dei vaccini, solo il 2% lo fa. Una situazione paradossale, dovuta alla mancanza di rimborsabilità e di un’adeguata rete di assistenza allergologica sul territorio e alla scarsa informazione, evidenziano gli esperti della Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica (Siaaic).

Le allergie sono un problema globale in crescita. Secondo l’Oms sono circa 350 milioni le persone al mondo che soffrono di allergie respiratorie. Sono più di 1.000 i morti al giorno per asma nel mondo, circa 300 l’anno in Italia. La previsione è che entro il 2050 quasi la metà della popolazione soffrirà di qualche forma di allergia, complici il cambiamento climatico e l’inquinamento. Nel nostro Paese circa il 10% dei bambini al di sotto dei 14 anni soffre di asma e l’80% di questi sono allergici. In Italia, i costi diretti dell’asma rappresentano l'1-2% della spesa sanitaria, mentre quelli indiretti, nei casi più gravi, costituiscono oltre il 50% dei costi complessivi.

Rinite e asma vengono solitamente trattate con terapie sintomatiche quali farmaci antistaminici e corticosteroidi inalatori. C'è anche l’immunoterapia allergene specifica, ovvero il vaccino, di cui però si parla ancora troppo poco. "È una terapia desensibilizzante che può davvero cambiare il decorso della malattia, sia nei pazienti con allergie respiratorie che in quelli allergici alle punture degli imenotteri, come vespe e calabroni - spiega Mario Di Gioacchino, Presidente Siaaic - consiste in dosi progressivamente crescenti dell’allergene verso cui il paziente è sensibilizzato. Si sviluppa così un'attiva tolleranza immunitaria, con produzione di anticorpi protettivi verso lo stesso allergene, inducendo una tolleranza alla sua riesposizione”. L’efficacia resta per molti anni dopo la sospensione del trattamento che dura 3-4 anni. Si somministra con iniezione sottocutanea o per via sublinguale, durante tutto l’anno o con schemi terapeutici stagionali che devono essere messi a punto dallo specialista allergologo-immunologo.

A limitare l’impiego dei vaccini in Italia sono molteplici ragioni. “Certamente il problema dei costi, nelle Regioni dove questo trattamento è a totale carico dei pazienti, con una spesa annua di circa 500-600 euro, rappresenta una forte limitazione - sottolinea Di Gioacchino - In Italia esiste una situazione a macchia di leopardo, a causa della mancanza di una legislazione che regoli la rimborsabilità dell’Ait in modo uniforme. La decisione se erogare e in che misura i vaccini dipende soltanto dalle singole Regioni, con una inaccettabile difformità di trattamento di una malattia cronica, la cui cura dovrebbe essere inserita nei Lea".

A pesare è poi la scarsa conoscenza delle malattie allergiche, come dimostrano i risultati di una recente indagine, e "il forte ridimensionamento dell’assistenza allergologica. La mancata definizione di un modello assistenziale significa banalizzare le patologie allergologiche, e non riconoscerne l’impatto economico e sociale - afferma Di Gioacchino - sottovalutando la figura dello specialista che deve essere prevista espressamente nelle case della comunità, a garanzia di un’assistenza di qualità”. Il mancato accesso dei pazienti allergici a cure adeguate si traduce infatti "in un peggioramento dei sintomi e in un aumento dei costi sostenuti dal sistema sanitario per affrontare le complicazioni dei casi più gravi. I sintomi infiammatori scatenati dagli allergeni, infatti, possono provocare un’escalation che culmina con l’asma sia in età evolutiva che in età adulta".

Da qui la richiesta di un cambio di passo, con un 'Patto di legislatura' lanciato da un comitato tecnico-scientifico che coinvolge oltre la Siaaic, le società scientifiche di settore (Aiito, Siaip, Sip) presieduto da Di Gioacchino, per ottenere che "le allergie trovino un posto rilevante nell’agenda di Governo e Parlamento. Sollecitiamo poi l’inserimento dei vaccini tra i trattamenti autorizzati da Aifa come unica terapia in grado di modificare la storia naturale delle allergie, e infine l’implementazione di una rete nazionale per il monitoraggio aerobiologico di pollini allergenici e spore fungine".

28/10/2023

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