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Aperto anche nella Regione Lombardia il Registro nazionale degli impianti protesici mammari. La notizia è stata accolta con “grande entusiasmo” dall’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano. Il registro "è una forma di tutela per le pazienti che portano o intendono portare una protesi - spiega in occasione del Bra Day, campagna per la consapevolezza sulla ricostruzione mammaria, il direttore di Chirurgia plastica e ricostruttiva dell'Irccs, Mario Rietjens - perché è una fonte di dati e informazioni preziose sulle rare sindromi e i problemi collegati. È noto" infatti "che non esiste terapia o intervento medico che non possa avere effetti collaterali. Ciò che conta è conoscerli e prevenirli. Con un 'diario di bordo' di ogni protesi impiantata potremo risalire alle cause degli eventuali problemi e, ove possibile, eliminarle".

"Inoltre - aggiunge lo specialista - non ci sarà più timore che alcuni fenomeni vengano sottovalutati o al contrario amplificati. Fino ad oggi i dati confermano che la ricostruzione mammaria con impianto di protesi è la metodica più utilizzata, più semplice e con meno rischi legati all'intervento, che è rapido, poco invasivo e non richiede lunghi ricoveri e procedure complesse. E il risultato estetico è il più delle volte eccellente".

La ricostruzione del seno dopo un intervento chirurgico per l'asportazione di un cancro oggi è più semplice e sicura. È lo stesso Istituto europeo di oncologia a lanciare questo messaggio durante campagna organizzata nell'ambito dell'Ottobre rosa - mese dell'informazione e sensibilizzazione sul tumore del seno, che vede l'Irccs fondato da Umberto Veronesi in campo con diverse iniziative.

"La modificazione del corpo – sottolinea Rietjens - è un tema cruciale per una paziente che riceve una diagnosi di tumore al seno. All'inizio la paura del cancro è talmente grande che le pazienti accettano mentalmente anche di perdere una parte del proprio corpo, come se fosse uno scambio per poter essere guarite dalla malattia. Ma la realtà – assicura lo specialista - è che da questa malattia si guarisce oggi nella maggior parte dei casi, senza dover pagare un pegno. Quindi si può guarire anche senza mutilazione e si può tornare alla vita normale stando bene con se stesse e il proprio corpo. È molto importante che le donne siano consapevoli di questa realtà e sappiano che oggi disponiamo di tecniche chirurgiche mininvasive più semplici e di nuovi materiali per le protesi, che le rendono più sicure".

20/10/2023

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