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Asma, rino-congiuntiviti, dermatite atopica, allergie alimentari. È boom di allergie tra i bambini, con un aumento costante. Oggi, infatti, i dati ufficiali della letteratura scientifica parlano di oltre il 40% dei piccoli colpito da qualche forma di allergia, con tassi di prevalenza fino all’80% nel caso in cui entrambi i genitori siano allergici. Il tema, che allarma la comunità dei pediatri, è stato affrontato in occasione dell’ultimo congresso nazionale della Società italiana di allergologia e immunologia pediatrica (Siaip), che ha riunito oltre 800 partecipanti da tutta Italia, di cui più della metà giovani soci.

"Nel nostro Paese - afferma il presidente Siaip, Michele Miraglia del Giudice, professore di Pediatria e Allergologia presso l’Università della Campania 'Luigi Vanvitelli' di Napoli - negli ultimi anni stiamo assistendo ad un continuo incremento della prevalenza delle malattie allergiche, tanto che l’Organizzazione mondiale della sanità stima che nel 2050 il 50% della popolazione generale risulterà allergico. Assistiamo, in particolare, a dermatite atopica, allergie alimentari nelle prime epoche di vita, a cui, più tardi, possono associarsi patologie respiratorie, seguendo un percorso definito marcia atopica".

Ad aumentare esponenzialmente - ricorda una nota - sono soprattutto le allergie alimentari: basti pensare che negli Stati Uniti, negli ultimi 20 anni, sono triplicate, con forte aumento anche delle reazioni allergiche gravi e dei casi di shock anafilattico. In Italia, negli ultimi 20 anni, si è registrato un aumento di oltre il 400% del numero di accessi al Pronto soccorso per anafilassi alimentare.

"Le cause dell’aumento del tasso delle malattie allergiche sono da ricondurre all’ipotesi dell’igiene - spiega Miraglia del Giudice - cioè al miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie con conseguente ridotta esposizione ai microbi necessari a costituire le difese immunitarie nei primi anni di vita, e inoltre con successivo potenziamento della risposta immunitaria Th2 implicata nelle risposte allergiche. E inoltre anche al surriscaldamento del pianeta, che ha anticipato il periodo di fioritura delle piante, ed è causa, quindi, di una maggior esposizione agli allergeni dei pollini".

Tra i fattori di rischio per le allergie - dettaglia ancora la nota - sono da sottolineare il fumo di sigaretta, anche di quella elettronica, ma anche le sostanze inquinanti, che costituiscono lo ‘smog’, come i particolati, che agiscono da irritanti e sono vettori per gli allergeni. Generalmente i maschi sono più suscettibili a sviluppare malattie allergiche. Tuttavia, dopo la pubertà le ragazze hanno un rischio maggiore a causa dell’influenza degli ormoni sessuali. Le allergie si sviluppano soprattutto nelle aree urbanizzate rispetto a quelle rurali per le diverse condizioni igieniche, minor esposizione ai germi e maggiore inquinamento ambientale.

L’epidemia allergica - avvertono gli esperti - può avere pesanti ripercussioni nel futuro dei Paesi sviluppati: se non gestita correttamente, può determinare seri problemi di salute pubblica nelle epoche successive di vita. Ad esempio, l’asma non adeguatamente controllato può comportare negli anni una riduzione della funzionalità polmonare con lo sviluppo di un quadro di ostruzione bronchiale irreversibile, concludono.

14/04/2023

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