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Hanno fiducia nei vaccini e in gran parte si sono sottoposti alla vaccinazione Covid-19, pensano che l'esitanza vaccinale sia legata alla paura e a un'informazione inadeguata; sono grandi utilizzatori di Internet e social network, ma l'opinione sui vaccini si forma soprattutto in famiglia; seguono gli influencer, ma sulla salute e la prevenzione ascoltano medici e scienziati. Sono gli under 20 d'Italia visti attraverso la lente di un'indagine condotta da Fondazione Umberto Veronesi in collaborazione con il Centro interdipartimentale per l'etica e l'integrità nella ricerca del Consiglio nazionale delle ricerche, coinvolgendo oltre 1.200 studenti e oltre 300 docenti in 8 regioni italiane, con l'obiettivo di analizzare il fenomeno dell'esitazione vaccinale in ambiente scolastico.

La survey è stata proposta da Fondazione Veronesi nell'ambito del percorso educativo 'Io vivo sano Prevenzione e Vaccini', nel mese di aprile 2022, e ha coinvolto 1.268 studenti dei 5.169 raggiunti dall'esperienza formativa. In totale hanno partecipato 200 classi e 327 docenti delle scuole secondarie di I e II grado, distribuiti in Lazio, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia, Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia. L'età dei ragazzi intervistati va dai 12 ai 19 anni (il 41% fra i 9 e i 13 anni e il 59% fra i 14 e i 19). L'indagine non ha lo scopo di presentare dei dati con valenza statistica, ma rappresenta la prima esplorazione su un campione allargato di studenti delle scuole secondare di primo e secondo grado.

Nel complesso, tra gli studenti che hanno risposto al questionario, l'85% è vaccinato con una o più dosi (il 77,6% nella scuola secondaria di I grado e il 91,1% fra i più grandi), un dato decisamente superiore alla media nazionale del periodo, con una leggera prevalenza di maschi - riporta la Fondazione - Tra coloro che non sono vaccinati, i due terzi pensano di vaccinarsi nel futuro o forse di farlo. Alla richiesta di elencare i motivi per i quali non si fossero vaccinati, le risposte possono essere raggruppate in tre gruppi: coloro che non sanno dare una spiegazione e in parte pensano che prima o poi si vaccineranno (24,8%); coloro che hanno problemi con le informazioni ricevute (27,6%, che risponde 'non ne so molto', 'ho sentito brutte storie sui vaccini', 'sono indeciso/a perché ho timori'); coloro che prendono una posizione assertiva contro i vaccini (38,6%: 'non voglio', 'i miei genitori sono contrari'). Solo il 9% afferma di non potersi vaccinare per problemi di salute.

Anche a chi si è vaccinato è stata posta la domanda sulle ragioni dell'esitanza vaccinale. Alla domanda sul perché le altre persone non si vaccinano, il 39,9% dei vaccinati ha risposto "per timore dei possibili effetti collaterali del vaccino", il 15,3% pensa che non siano "abbastanza informate", il 14,7% pensa che sia "tutto un complotto", l'8,1% pensa che i vaccini "non funzionino", il 5,2% pensa che sia "meno rischioso ammalarsi che fare il vaccino", il 2,5% che coloro che non si vaccinano hanno "problemi di salute e per loro non è indicato vaccinarsi".

Dove si forma l'opinione sui vaccini? Il 60% degli studenti interpellati non ritiene che la scuola sia un luogo determinante, per il 21,7% lo è abbastanza e per il 17,9% molto/moltissimo. Per loro l'opinione sul tema si forma in famiglia (molto/moltissimo per il 68,6%). Fra le persone vicine contano gli insegnanti (molto/moltissimo per il 31,9%, abbastanza per il 34,7%), il medico o il pediatra (molto/moltissimo per il 23,1%, abbastanza per il 60,3%), molto meno gli istruttori sportivi o di altre attività (molto/moltissimo per il 16,3%, abbastanza per il 25,1%), "poco o per niente" gli amici (lo pensa il 79,7%).

Per quanto riguarda l'influenza che un personaggio pubblico può esercitare sugli studenti, ben il 42,9% indica medici e scienziati e il 21,8% risponde che non si fa convincere da personaggi famosi; vengono poi menzionati i personaggi dello spettacolo (14,5%) seguiti da campioni sportivi, giornalisti e, fanalino di coda, i politici (3,2%). E i social network? Il 95% dichiara di usarli spesso o molto spesso, ma soltanto uno su 3 reputa molto/moltissimo importanti i social media o le pagine web generiche per informarsi su questi temi, mentre oltre la metà riconosce questo ruolo a tv, giornali e radio.

"Il tema dell'esitanza vaccinale è esploso negli ultimi mesi, molto studiato e discusso, ma generalmente sugli adulti e poco sui ragazzi. Il pregio del lavoro di Fondazione Umberto Veronesi è di operare sul territorio per offrire strumenti cognitivi critici razionali alle nuove generazioni - dichiara Andrea Grignolio, responsabile Vaccine Hesitancy Forum Centro interdipartimentale per l'etica e l'integrità nella ricerca, Cnr - Viviamo in un mondo globalizzato, sempre di più avremo bisogno di prepararci a nuove pandemie e nuove emergenze, anche formando i cittadini a comprendere e gestire le informazioni sanitarie".

"Nella battaglia contro la disinformazione è meglio prevenire che curare", afferma Cinzia Caporale, coordinatore del centro del Cnr. "È quindi urgente, eticamente un imperativo - ammonisce - che la comunità scientifica e le istituzioni pubbliche e private di settore s'impegnino alacremente 'anticipando' le inevitabili campagne di disinformazione e misinformazione che si creano spontaneamente. Occorre sviluppare proattivamente strategie capaci di contrastarle non appena si presentino. Tale public engagement deve fondarsi sull'autorevolezza, l'affidabilità e la trasparenza delle fonti di informazioni scientifiche, sia che ciò si realizzi sui social media, sia sui media tradizionali, nei luoghi di lavoro o a scuola. Possiamo considerare questa survey un progetto pilota, con il forte auspicio che venga approfondita".

L'alfabetizzazione sanitaria e scientifica dei più giovani è "indispensabile per la loro futura capacità di compiere scelte consapevoli", secondo Monica Ramaiolo, direttore generale della Fondazione Veronesi. "La scuola può e deve svolgere un ruolo di primo piano nel promuovere una corretta informazione sul tema dei vaccini e nel promuovere la health literacy, contrastando disuguaglianze e disinformazione. Continueremo pertanto a lavorare in questa direzione con attività di sensibilizzazione, empowerment e promozione alla salute".

I progetti educativi per le scuole di Fondazione Veronesi sono promossi in collaborazione con il ministero dell'Istruzione con cui l'ente ha siglato un protocollo d'intesa.

15/12/2022

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