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Prevenire le malattie oculari non è tra gli obiettivi principali degli italiani: 27 su 100 non vanno mai dall'oculista. E tra i pazienti con patologie agli occhi, solo il 33% fa controlli regolari e il 35% non adotta comportamenti adatti a evitare che peggiorino. Lo indica un'indagine realizzata dall'Istituto Bhave in collaborazione con la rivista di politica sanitaria 'Italian Health Policy Brief', secondo la quale anche il 39% degli intervistati con ipertensione, malattie cardiovascolari e diabete non fa alcuna azione per prevenire le patologie oculari.

In generale, sono 5 milioni gli italiani colpiti da retinopatia diabetica, maculopatie e glaucoma. "Un segmento di popolazione enorme e per questa ragione molto preoccupante, che è anche la drammatica conseguenza della scarsa attitudine alla prevenzione che c'è nel nostro Paese", indicano gli esperti.

“La prevenzione - ha detto Mario Barbuto, presidente dell’Unione italiana ciechi (Uici) e dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità Iapb Italia Onlus - è affidata solo alla buona volontà, piuttosto che divenire il luogo e il momento di partenza della filiera della salute dei nostri occhi, ossia: visita oculistica periodica, diagnosi precoce, trattamento tempestivo, riabilitazione efficace. L’attuale sistema di offerta dei servizi pubblici oculistici è troppo incentrato sull’ospedale, contribuendo così a generare lunghe liste d’attesa, una barriera d’accesso per le cure delle malattie degli occhi, soprattutto per le fasce meno abbienti della popolazione. Occorre invertire la tendenza - ammonisce - e portare la prevenzione sul territorio, accanto ai cittadini, senza attendere e aspettarsi che siano questi ultimi a doverla cercare, scoprire e praticare".

L’indagine fa il punto sullo stato della salute visiva degli italiani e lo scenario non è positivo. Ci sono percentuali significative di persone che fanno fatica ad accedere all'oculistica. E soprattutto ci sono tante persone che, nonostante vedano bene, hanno malattie oculari. Gli esperti non hanno dubbi: serve avere punti specifici per fare le iniezioni intravitreali, da effettuare non solo in ospedale ma coinvolgendo gli specialisti del territorio senza così ingolfare sale operatorie e creare liste d'attesa. Una buona idea possono essere alcuni screening in farmacia, con il coinvolgimento dell'ortottista, figura a volte poco considerata ma che ha un ruolo importante come assistente dell'oculista e che può, con competenza, acquisire le immagini che possono essere valutate, anche da remoto, dallo specialista.

13/10/2023

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