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Il più importante evento dedicato al cinema e ai ragazzi in ambito italiano ed europeo, il Giffoni Film Festival, che coinvolge giovani dai 6 ai 28 anni, ha affrontato quest’anno una tematica importante e molto attuale, presentando l’indagine condotta da Novartis sul livello di alfabetizzazione scientifica in Italia della cosiddetta Generazione Z in Italia, ovvero ragazzi di età compresa fra gli 11 e i 20 anni. Sono circa 9 milioni i giovani che appartengono a questa classificazione e, come emerso dall’evento, oltre a essere nativi digitali e non avere esperienza di un mondo senza internet, si contraddistinguono per una marcata sensibilità rispetto ai temi dell’etica e della sostenibilità. Ma come si rapporta la Generazione Z con la scienza?

La ricerca scientifica e i giovani: un legame ricco di potenzialità

Il contesto pandemico ha senza dubbio stimolato l’interesse nei confronti della ricerca medica, come dichiara più del 46% degli intervistati. La tematica che più ha appassionato è relativa alla formulazione di nuovi farmaci e vaccini e alla loro legislazione, argomenti che continuano a risentire di forte esposizione mediatica. Questi giovani cittadini, che in parte sono già entrati nel mondo del lavoro, dimostrano al 50% un forte interesse per un percorso formativo e professionale in ambito medico scientifico.

Al di là, quindi, di pregiudizi e opinioni superficiali, le nuove generazione sembrano essere attente al mondo che le circonda e dimostrano curiosità nei confronti della ricerca scientifica, associandola soprattutto ai settori della medicina e della tecnologia. Andando un po’ più in profondità, l’indagine mette però anche in luce ambiti di minore conoscenza, per esempio in rapporto alle diverse fasi in cui si articola la ricerca scientifica.

Il terreno fertile su cui agire non manca, ma traspare la necessità di trasformare stimoli e informazioni poco organizzati, che provengono per lo più da internet e social media, in un vero sapere.

L’importanza della ricerca e dell’alfabetizzazione scientifica

Queste esigenze si sposano con la visione della ricerca medica e farmaceutica che traspare dal corto Reimagine, presentato al Giffoni Film Festival insieme a rappresentanti di Novartis, che ne ha promosso la realizzazione, del cast e della produzione e in presenza della giuria Generator +13, che comprende ragazzi e ragazze dai 13 ai 15 anni.

Reimagine ha utilizzato in maniera innovativa la forma espressiva del cortometraggio e un linguaggio improntato alle emozioni per tratteggiare la storia di un ricercatore e la passione per il suo lavoro, donando umanità e sentimento alla scienza, spesso ritenuta una disciplina fredda e lontana dalla vita delle persone. I vantaggi della ricerca hanno, invece, effetti tangibili sulla salute pubblica e sulla quotidianità, come la pandemia ha reso ancora più chiaro. Incentivare, quindi, i giovani a intraprendere studi relativi alle STEM, ovvero le discipline di ambito scientifico e tecnologico, diventa un’esigenza importante in ottica di un’alfabetizzazione scientifica che può avere impatto positivo a diversi livelli, sia in ambito occupazionale che sociale, aiutando anche a colmare il significativo gender gap che penalizza il coinvolgimento di ragazze e donne negli studi e nel perseguire carriere lavorative in queste aree.

In accordo con questa visione è stata anche organizzata una Masterclass all’interno della sezione Giffoni Impact, composta da ragazzi e ragazze dai 18 ai 28 anni: un’occasione per discutere, a partire da Reimagine, del futuro della ricerca medico-farmaceutica e dell’importante ruolo delle aziende private.

Una giornata ricca di stimoli, in cui si è potuto comprendere come la promozione della ricerca medico-scientifica possa e debba passare attraverso diversi canali, includendo cinema, blog e social media, e che per essere veramente efficace la science literacy deve allargare il suo pubblico e raggiungere le nuove generazioni, a cui spetta il compito di immaginare e creare un futuro migliore.

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