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È stato costituito l'Intergruppo parlamentare 'Epatiti virali e malattie del fegato'. Il nuovo organismo è stato presentato in Senato, in vista della Giornata mondiale delle epatiti che si celebra il 28 luglio. L’azione, promossa dal senatore Giovanni Berrino, con il supporto del presidente di Epac Onlus, Ivan Gardini, si focalizzerà sulla promozione di screening appropriati; sull'implementazione, su tutto il territorio nazionale di terapie innovative; sulla sensibilizzazione sui corretti stili di vita, attività fisica e utilizzo responsabile di bevande alcoliche; sulla creazione di reti regionali formate da centri di eccellenza; sulla riduzione della migrazione sanitaria tra le regioni.

"Abbiamo fortemente voluto la costituzione dell'Intergruppo parlamentare Epatiti virali e malattie del fegato - afferma Berrino, X Commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale del Senato - perché nel nostro Paese c'è ancora la necessità di garantire a tutti i più alti standard di prevenzione, diagnosi e cura. L'Intergruppo nasce con l'obiettivo di promuovere una cultura più consapevole rispetto alle epatiti virali", le epatopatie più diffuse al mondo e fra i principali problemi di sanità pubblica, "e alle malattie del fegato, grazie al coinvolgimento di istituzioni, Servizio sanitario nazionale/Servizi sanitari regionali e associazione pazienti di riferimento". Dichiara Gardini: "Da tempo attendevamo la creazione di un Intergruppo focalizzato sulle patologie di riferimento della nostra associazione pazienti, che potesse valutare esigenze di prevenzione e necessità di cura per i cittadini affetti da epatiti virali e malattie del fegato. La lodevole iniziativa presentata oggi, di cui condividiamo intenti e obiettivi, rappresenta un primo passo concreto e suggella il percorso che abbiamo portato avanti nel corso degli anni".

Gli sforzi dell'Intergruppo si concentreranno innanzitutto sull'epatite C, diventata "una patologia completamente curabile, tanto da spingere l'Organizzazione mondiale della sanità a definire una linea strategica mirata alla sua eliminazione entro il 2030", ricorda una nota. "Nonostante in Italia siano stati raggiunti risultati notevoli - osserva Beatrice Lorenzin, V Commissione Programmazione economica, bilancio del Senato, già ministro della Salute - restano ancora importanti sfide e criticità da affrontare, prima tra tutte la definizione di strategie efficaci per individuare le infezioni sommerse e indirizzare i pazienti verso cure adeguate. I dati che abbiamo a disposizione sull'epidemiologia di soggetti con Hcv", virus dell'epatite C, "risultano ad oggi incompleti ed è pertanto necessario uniformare i programmi di screening e di linkage-to-care che permettono identificazione e cura tempestiva".

C'è poi il capitolo epatite B: nonostante in Italia sia obbligatoria la vaccinazione, per gli esperti "il numero dei portatori resta ancora rilevante". Persone over 40, in molti casi over 65, spesso provenienti da aree ad alta prevalenza. "L'epatite B - rimarca Matteo Rosso, XII Commissione Affari sociali della Camera - è una patologia tutt'altro che di secondaria importanza. Inoltre, esistono infezioni sommerse in persone che potrebbero aver contratto la malattia da tempo, con conseguente elevata probabilità di cirrosi epatica. Senza dimenticare che l'Hbv", il virus che la causa, "è strettamente correlato all'infezione da Hdv", virus della "forma più grave, rara e aggressiva di epatite virale e importante problema di sanità pubblica".

"In Italia non ci sono dati precisi sul numero reale di persone che convivono con Hbv/Hdv - si evidenzia nella nota - né tantomeno una stima di quanti siano inconsapevoli dell'infezione. Non solo l'Hdv è poco conosciuta, ma lo è anche tra i soggetti con infezione da Hbv, che spesso ignorano l'esistenza di questo virus o hanno scarsissime conoscenze sui rischi e sulle opportunità di test e di cura". Invece la gestione della patologia è ritenuta "fondamentale" per prevenire gli eventi di scompenso e complicanze come la cirrosi. "La cirrosi epatica - rimarca l’onorevole Elisa Pirro, X Commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale del Senato - ha un impatto importante sulla vita del paziente, anche dal punto di vista economico e sociale. Si tratta infatti di pazienti con una bassa qualità di vita, sia per gli effetti diretti della patologia sia per le sue complicanze. Non presente all'interno del Piano nazionale cronicità, la cirrosi dovrebbe essere al contrario inserita a pieno titolo data la sua possibile evoluzione in patologia oncologica o nella necessità di un trapianto".

27/07/2023

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