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La Dieta Mediterranea, in alcuni casi, ha rafforzato le sane abitudini alimentari durante il lockdown. In particolare, in chi possiede un’elevata aderenza alla Dieta Mediterranea, mentre chi ha un’aderenza bassa non ha apportato miglioramenti. È quanto emerge da uno studio dei ricercatori Oersa (Osservatorio sulle Eccedenze, sui Recuperi e sugli Sprechi Alimentari) del Crea Alimenti e Nutrizione, pubblicato su "Nutrients" che elabora un questionario somministrato a 2.768 persone, provenienti da tutte le regioni di Italia, di cui il 52 % costituito da femmine e il 48% da maschi, in pieno lockdown (aprile-maggio 2020), con l’intento di documentare i mutamenti intercorsi nell’alimentazione quotidiana durante la quarantena.

Nel periodo analizzato, inoltre, si sono manifestate difficoltà socio-economiche, soprattutto tra i gruppi più vulnerabili come gli anziani. Mentre due aspetti positivi sono emersi in tutti i 4 gruppi: maggior tempo speso a consumare i pasti insieme alla famiglia (circa nel 50% dei casi) e marcata attenzione al tema dello spreco alimentare (circa 80%).

Lo studio ha messo in evidenza 4 gruppi di individui, in base agli andamenti dei consumi durante il lockdown paragonati a quelli abituali: gli "usual eaters" (51,4%), che non hanno modificato le loro abitudini, seguiti dai "more eaters" (41,4%) che, al contrario, hanno incrementato i consumi di quasi tutte le categorie alimentari investigate; vi sono poi gli "healthy eaters"(26,8%), che, invece, hanno incrementato il consumo di alimenti salutari come legumi, cereali integrali e frutta secca, ma al tempo stesso anche quello di dolci; chiudono, infine, i "less eaters" (7,5%), caratterizzati da coloro che hanno ridotto i consumi.

Tra le altre evidenze risulta che se una parte degli intervistati sembra aver seguito adeguatamente le raccomandazioni degli esperti aumentando il consumo di frutta (24,5%), verdura (28,5%), legumi (22,1%), frutta secca (12%) e pesce (14%). Contemporaneamente però è aumentato il consumo di comfort food (22,7%) e dolci (36,9%) che insieme ad un’attività fisica non adeguata - più della metà degli intervistati infatti non ha praticato alcun tipo di attività o ne ha fatta meno di quanto indicato dalle raccomandazioni-, potrebbe essere stata la causa di un aumento di peso da parte di un gran numero di intervistati (circa 35%).

12/07/2021

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