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Aumentanto le speranze di arrivare a cure più mirate ed efficaci contro il mesotelioma pleurico, tumore legato all'amianto, grazie a uno studio dell'Irccs di Reggio Emilia pubblicato su 'Molecular Cancer'. La ricerca, condotta dagli scienziati del Laboratorio di Ricerca traslazionale e dell'Anatomia patologica, apre a "implicazioni rilevanti per la pratica clinica - schiarisce Federica Torricelli, titolare del progetto di ricerca - soprattutto per due aspetti: da una parte l'identificazione di biomarcatori che possono aiutare la stratificazione del rischio" di sviluppare forme più gravi, "e quindi una terapia più mirata per i pazienti. Dall'altra il potenziamento dell'efficacia dell'immunoterapia per il mesotelioma, la cui introduzione ha portato qualche vantaggio in termini di risposta clinica, ma per una porzione estremamente limitata di casi".

"Il mesotelioma pleurico maligno è una malattia assai aggressiva - spiega Antonino Neri, direttore scientifico dell'Irccs - ancora oggi con scarse opzioni terapeutiche e aspettative di vita molto ridotte. Si tratta di un tumore associato all'esposizione diretta o indiretta all'amianto, con una latenza lunga che può arrivare a oltre 30 anni dall'esposizione. Per il nostro territorio si tratta di una malattia di comunità, essendo stata la provincia di Reggio Emilia sede di produzione di cemento-amianto fino agli anni '80". Questo è dunque "un campo di ricerca e cura di primaria importanza per il nostro Istituto e per la nostra azienda", e "siamo uno dei centri di riferimento regionali per tale neoplasia".

Dal punto di vista biologico, il mesotelioma viene descritto dagli esperti come "una malattia complessa ed eterogenea, caratterizzata da una elevata flessibilità molecolare e morfologica. Questa capacità di cambiare velocemente consente alle cellule del tumore di continuare a crescere e rappresenta un ostacolo molto grande per lo sviluppo di nuove terapie". I ricercatori reggiani hanno utilizzato "un approccio innovativo di trascrittomica spaziale (insieme di tecniche che permettono di sequenziare il genoma delle cellule preservando l'informazione relativa alla loro localizzazione spaziale) – si legge in una nota dell'Ausl Irccs - che ha consentito di ottenere moltissime informazioni sulla composizione delle lesioni analizzate e sulle interazioni che si stabiliscono fra le varie cellule all'interno del tumore".

Partendo da campioni di pazienti trattati in ospedale, gli studiosi sono riusciti a dimostrare che "la progressione del mesotelioma è determinata da una complessa serie di eventi. L'amianto, depositandosi sulla pleura, crea uno stato di infiammazione cronica che determina un deciso rimodellamento della matrice extracellulare e la secrezione di molecole circolanti anche di tipo infiammatorio. Queste molecole attraggono nel sito del tumore numerose componenti del sistema immunitario, che però sono inattive, bloccate dall'espressione di specifici inibitori della loro funzione. La mancata attivazione della risposta immunitaria contro il tumore consente alla lesione di progredire verso stadi di aggressività più elevati". Dati "validati in un'ampia corte indipendente di pazienti", precisa Torricelli, che insieme a Benedetta Donati e ad altri colleghi ha condotto lo studio. "Come tutti i progetti in cui siamo coinvolti - rimarca Alessia Ciarrocchi, dirigente biologo e coordinatore del Laboratorio di Ricerca traslazionale dell'Irccs di Reggio Emilia - anche questo ci ha visto lavorare con i nostri colleghi clinici, in questo caso l'unità di Anatomia patologica. Sempre nell'ambito del mesotelioma pleurico maligno, stiamo lavorando su altri progetti innovativi in collaborazione con diverse strutture cliniche di eccellenza del nostro istituto, quali l'Unità di Chirurgia toracica, la Pneumologia e l'Oncologia".

L'analisi di trascrittomica spaziale - si evidenzia nella nota - è stata condotta utilizzando lo strumento Geo-MX Digital Spatial Profiler (Nanostring Technology), acquisito dal Laboratorio di Ricerca traslazionale nel 2020 grazie a una donazione del Grade nell'ambito del progetto 'In viaggio con la ricerca'. Lo studio è stato finanziato da fondi 5xmille destinati all'Irccs di Reggio Emilia mediante il bando di promozione della ricerca. "Il nostro Laboratorio - sottolinea Ciarrocchi - è uno dei pochissimi centri in Italia ad avere competenze nell'uso di questa tecnologia e nell'ambito della trascrittomica spaziale. Questa tecnologia si integra con una serie di altre tecnologie innovative e competenze specifiche presenti nella nostra struttura per lo studio del genoma e dei profili trascrizionali ad alto spettro, rendendo il Laboratorio di Ricerca traslazionale un'avanguardia nell'ambito dello studio dei tumori a livello nazionale e internazionale".

25/07/2023

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