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Anche se non tutti ne conoscono il termine esatto, è sempre più diffusa la consapevolezza di quanto sia importante il contatto pelle a pelle con il neonato, in modo particolare per i prematuri: è la cosiddetta Kangaroo Mother Care, ovvero la cura del canguro, ormai fortemente raccomandata anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Ma come funziona esattamente e quali sono i benefici?

Origini della cura del canguro

Si tratta di una metodologia elaborata più di 25 anni fa in Colombia, come pratica fondamentale all’interno delle Terapie Intensive Neonatali per l’assistenza ai prematuri. Prendendo ad esempio proprio il tipo di rapporto tra madre canguro e il suo piccolo, portato nella propria tasca, la pediatra Nathalie Charpak ha illustrato in diversi studi come il contatto pelle a pelle tra bambino e mamma, possibilmente durante l'allattamento al seno, sia in grado di favorire lo sviluppo e il benessere del neonato. In caso di problematiche relative a una nascita prematura, la cura del canguro non sostituisce le terapie della medicina tradizionale, ma le può efficacemente integrare, offrendo una contributo essenziale sotto molti aspetti.

Questa pratica, oggi affermata anche in Italia, ha rappresentato una vera rivoluzione nel rapporto fra genitori e nuovo nato, accompagnandosi a un’altra innovazione, quella del “rooming in”, che prevede la permanenza del bambino nella stessa stanza della madre fin da subito dopo il parto. Questi comportamenti sono entrambi promossi dall’OMS e dall’Unicef e adottati dai reparti di Neonatologia.

Come funziona la cura del canguro

Per procedere con la cura del canguro è necessario innanzitutto spogliare il bambino, lasciando solo il pannolino, e sistemarlo addosso alla madre, tra i seni e in posizione verticale, per un periodo di tempo compreso almeno fra i 90 e i 120 minuti. La posizione del bambino deve essere petto contro petto, con gambe e le braccia piegate vicino al tronco e le mani vicino al viso ed alla bocca. Per evitare dispersione termica, è consigliato coprire il neonato con i vestiti della mamma ed, eventualmente, anche con una copertina. Il genitore deve sostenere la testa del neonato con le mani.

Per quanto riguarda i prematuri, la cura del canguro veniva in origine applicata dopo la 32esima settimana di età gestazionale per i soli neonati stabili, che non hanno quindi bi-sogno di ventilazione assistita. In sempre più casi, però, questo metodo viene utilizzato anche con neonati che si servono di supporto ventilatorio e per bambini che pesano meno di 600 grammi, dalla 26sima settimana di età gestazionale al momento della nascita.

I vantaggi del contatto pelle a pelle

La cura del canguro è un elemento fondamentale per il corretto sviluppo dei neonati prematuri e dovrebbe quindi essere messa in atto subito dopo la nascita, se le condizioni di salute lo permettono. Fra i diversi benefici riscontrati rientrano una maggiore capacità di adattamento e una stabilizzazione del bebè, un miglioramento della termoregolazione del neonato, dell’ossigenazione e dell’attività cardio respiratoria. Inoltre, viene facilitato un buon ritmo sonno-veglia e un regolare sviluppo neurologico.

Un altro vantaggio di cruciale importanza della cura del canguro riguarda l’allattamento, molto favorito da un contatto pelle a pelle prolungato, sia dal punto di vista della durata e dei volumi di latte che della possibilità di portare avanti un allattamento al seno esclusivo per bambini nati prima del termine, una volta dimessi dall’ospedale. Bisogna ricordare che allattare al seno, è ormai provato, aiuta in maniera significativa a ridurre la possibilità di infezioni e ha effetti positivi sulla crescita del bambino e sul suo sviluppo neurologico.

Cura del canguro e pandemia

Il periodo di emergenza sanitaria dovuto alla pandemia di Covid-19 ha fortemente limitato questa pratica, a causa delle rigide restrizioni attuate nei reparti. Alla luce dei tanti benefici riscontrati, è essenziale ristabilire in tutte le strutture ospedaliere un pieno accesso per entrambi i genitori, in modo da facilitare fin dalla nascita la relazione con il neonato, che soprattutto in caso di prematuri rappresenta una parte integrante nel processo di cura.

13/09/2022

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